La Suprema Corte di Cassazione (Sez. IV^, sentenza 18 giugno – 9 novembre 2015, n. 44793 – Presidente Romis – Relatore Izzo) e’ tornata recentemente sui limiti della responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni avvenuti negli ambienti di lavoro. La decisione della Corte apre le maglie dele ipotesi di colpa, con notevoli possibilità di ricadute pratiche nelle attività delle diverse figure soggettive che compongono la pubblica amministrazione, innanzitutto, statuisce la Corte, in materia di prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro, il soggetto beneficiario della tutela è anche il terzo estraneo all’organizzazione dei lavori, sicché dell’infortunio che sia occorso all”extraneus” risponde il garante della sicurezza, sempre che l’infortunio rientri nell’area di rischio definita dalla regola cautelare violata.

La Corte di Cassazione, con la sentenza del 26 novembre 2015, n. 24157 interviene in modo perentorio nel dibattito aperto esattamente dal 2012 sul tema dell’estensione o meno al lavoro pubblico della riforma dell’articolo 18. I giudici della Cassazione non hanno nessun dubbio: «è innegabile che il nuovo testo dell’art. 18 della legge n. 300/70, come novellato dall’art. 1 legge n. 92/12, trovi applicazione ratione temporis al licenziamento per cui è processo e ciò a prescindere dalle iniziative normative di armonizzazione previste dalla legge cd Fornero di cui parla l’impugnata sentenza». La sentenza chiude decisamente la porta alle teorie secondo le quali, invece, la riforma dell’articolo 18 non interesserebbe il lavoro pubblico.
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La legge di stabilità, come già scritto nei giorni passati, è un provvedimento complesso e incide sulle singole amministrazioni pubbliche in modo diverso, attraverso diversi articoli e tabelle del provvedimento.
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Miur – 220 milioni nel 2016, – 240 nel 2017, – 200 nel 2018. Un taglio di 660 milioni in tre anni.
Roma – “Sono particolarmente soddisfatta: per l’Università e la Ricerca è davvero un nuovo inizio”. Così diceva il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini in un comunicato del 15 ottobre. Ma frugando tra le ultime pagine della relazione che accompagna la legge di stabilità, si apprende che il ministero che subirà più tagli sarà proprio il MIUR. Alla faccia del nuovo inizio…
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Va detto in premessa che è obiettivamente difficile cogliere chiari ed univoci segnali espansivi nella Legge di Stabilità 2016. E ciò, nonostante le dichiarazioni di sostegno, che appaiono insufficienti, purtroppo, a colmare le tante incertezze e le troppe omissioni rispetto non solo alle legittime attese del mondo del lavoro, ma anche ai reiterati richiami della Corte Costituzionale e degli Organi di giurisdizione contabile. Anche quei contenuti all’apparenza positivi, infatti, finiscono per suscitare fondati dubbi circa un’effettiva loro efficacia sul versante della domanda interna, dei consumi, del lavoro, della crescita, del Mezzogiorno, in definitiva dell’economia reale, in quanto privi di coperture certe e slegati da una chiara e coerente visione strategica a breve e lungo termine.
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